Angelo Brofferio

Biografia

Angelo Brofferio
Angelo Brofferio

Nasce in provincia di Asti nel 1802 da famiglia benestante (il padre era medico) e fortemente anticlericale. Dopo l’adolescenza si trasferisce a Torino, dove frequenta la facoltà di Giurisprudenza che lo porterà successivamente ad intraprendere la carriera forense. Gli anni dell’università sono però molto travagliati: viene dapprima allontanato per i moti libertari e per gli scritti antimonarchici e, solo successivamente, viene riammesso al corso di studi. Nel 1935 entra a far parte della massoneria, da cui però si allontana in seguito all’arresto.

Anche la vita sentimentale è travagliata, benché ricca di prole: si sposa prima con Felicie Perret, dalla quale ha tre figli, e poi con Giuseppina Zauner, dalla quale nascono i secondi tre figli.

Verso la metà degli anni ’30 diventa collaboratore del quotidiano “Messaggero Torinese” (di cui diventa direttore) e parallelamente inizia la carriera di letterato e critico teatrale. Nel decennio successivo cura il settimanale “Il dagherrotipo: galleria popolare enciclopedica”, dal tono progressista e con finalità divulgativo-enciclopediche. Nel 1848 diventa deputato del Parlamento Subalpino e il suo nome concorre alla formazione della Costituente italiana.

Nemico acerrimo della politica governativa, il nome di Angelo Brofferio si scontra più volte con quello del Conte Camillo Benso di Cavour. Sarà anche uno dei maggiori oppositori del trasferimento della capitale da Torino a Firenze nel 1864. Dopo l’ultimo impegno politico nella sinistra piemontese, muore nel 1865 nella sua villa di Locarno.

Oltre agli scritti politici anticonformisti e laici (tra cui ricordiamo: Storia delle rivoluzioni italiane dal 1821 al 1848, Storia del Piemonte dal 1814 ai giorni nostri, Storia del parlamento subalpino), Angelo Brofferio si ricorda per diverse opere teatrali, per lo più tragedie (Su morre, Eudossia, Idomeneo, Vitige re dei Goti, Il vampiro, Mio cugino, Salvatorirosa, Il tartufo politico).

La celebrità gli viene però attribuita per la ricca produzione in piemontese, anche di canzoni da lui stesso musicate, come quelle raccolte in Canson Piemontèise (successivamente riprese anche da Gipo Farassino).

Opere

© 2016 Fondazione Enrico Eandi
Via G. B. Bricherasio, 8 | 10128 - Torino
P.IVA 10168490018
www.fondazioneenricoeandi.it